Eventi
Lunedì 9 dicembre 2019 nell’Aula Magna dell’Istituto, si è tenuta la conferenza “BULLO SI
NASCE O SI DIVENTA?”. Organizzata nell’ambito delle attività promosse dalla scuola dal
prof. Sergio Cavallo, referente per il contrasto al Bullismo, si è avvalsa del contributo di personalità di
straordinario rilievo, quali il Dott. Filippo DISPENZA, Prefetto, la Dott.ssa Assunta ESPOSITO
Vice-Questore Dirigente Sezione Operativa Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni
Piemonte-Valle d’Aosta, il Luogotente Giovanbattista CURRADO in rappresentanza del capitano
dei Carabinieri della Compagnia Falchera impossibilitato ad intervenire. Presenti anche alcuni
agenti del Commissariato di Polizia di Madonna di Campagna, in rappresentanza della dott.ssa
Cecilia Artoni, vice-Questore.
Per motivi di spazio, hanno partecipato all’evento i soli
allievi del biennio dell’indirizzo Moda e Manutenzione,
quale target prioritario, nella considerazione che il
fenomeno del bullismo e del cyber-bullismo possa
coinvolgere soprattutto giovani di quella fascia di età, ma
nella consapevolezza che però, riguardi anche allievi delle
medie inferiori e addirittura delle elementari.
La dott.ssa Esposito, dal suo osservatorio privilegiato, si
è soffermata sui rischi derivanti da un uso disinvolto e
non accorto della rete, sottolineandone i pericoli e
dichiarandosi a disposizione, come servizio della Polizia
dello Stato, per raccogliere ogni eventuale segnalazione.
Il Prefetto dott. Dispenza ha invece posto l’accento sugli
aspetti legali e morali del comportamento violento del
bullo, ribadendo come ogni segnale anche minimo vada contrastato con decisione. Forte della sua
lunga esperienza di uomo delle istituzioni e grande
conoscitore dell’animo umano, il Prefetto ha poi voluto
coinvolgere direttamente gli allievi presenti che sono stati
invitati a prendere la parola e raccontare le proprie
personali vicende: sono seguiti numerosi interventi, a
tratti accorati e commoventi, e tutti davvero interessanti,
che hanno evidenziato il grande bisogno che hanno i
ragazzi di comunicare il proprio vissuto, di esprimere il
proprio disagio, proprio nell’ambiente in cui passano così
tanta parte della propria esistenza